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Il fotovoltaico italiano all’alba dell’era post incentivo
Le strade del fotovoltaico oltre il conto energia
La grid parity con autoconsumo in alcune situazioni c'è già, ma non è facile far incrociare domanda e offerta. Anche nella vendita diretta la competitività è a portata di mano, ma c'è l'incognita del confronto con le dinamiche del mercato elettrico. In entrambi i casi c'è poi il problema dell'accesso al credito
Il quinto conto energia è ormai agli sgoccioli, mancano meno di 100 milioni di euro al raggiungimento della soglia dei 6,7 miliardi di spesa annua, che precederà di un mese la fine degli incentivi. Le detrazioni fiscali del 50%, utilizzabili unicamente per i piccoli impianti residenziali, sono confermate solo fino al 30 giugno, dopo di che torneranno al 36%. Insomma il fotovoltaico italiano sta per entrare a tutti gli effetti nell'era post-incentivi.
E' pronto per farlo? Cosa succederà?
Che prospettive ha il fotovoltaico italiano oltre il quinto conto energia? Il settore riuscirà a reggersi sulle proprie gambe o i tempi non sono ancora maturi?
Si apre un mondo nuovo. Difficile prevedere come sarà, perché diversi elementi sono ancora non definiti. Quanto al reggersi sulle proprie gambe, noi distinguiamo tra grid parity, raggiunta a monte della rete, quando installare un impianto conviene rispetto ad acquistare tutta l'energia dalla rete, e market parity, raggiunta quando il FV sarà competitivo sul mercato elettrico confrontandosi con le altre fonti. Siamo vicini alla grid parity, mentre la market parity è un po' più lontana.
In quali contesti si raggiungerà prima la grid parity e, dunque, si potrà fare FV senza incentivi?
Ovviamente le zone dove si raggiungerà prima saranno quelle assolate, ma la chiave sarà individuare il consumatore che può trarre più vantaggio dal fotovoltaico, dunque coloro possano autoconsumare il più possibile. A questo punto bisognerebbe distinguere se parliamo di autoconsumo in loco, oppure di modelli che potrebbero allargare la platea, come i sistemi efficienti di utenza (SEU, ndr). Qui però incombe un rischio regolatorio. La risoluzione del nodo SEU e reti private è una determinante; occorrerà attendere sviluppi regolativi che però per ora non si vedono. Siamo ancora in un limbo. Oltre che essere un tema regolatorio questo è un tema di politica energetica: con queste norme si decide del tipo di sistema energetico che si vuole.
Certo. SEU a parte, come e in che casi si può fare fotovoltaico senza incentivi adesso?
Costo di generazione da fotovoltaico e sua differenza con l'energia acquistata, gravata da oneri di sistema, in teoria permetterebbero già di fare impianti in grid parity in alcune situazioni. Anche perché l'aspettativa è che gli oneri di sistema aumentino e dunque l'energia dalla rete costi sempre di più. Il problema è incrociare domanda e offerta: trovare i consumatori giusti. Bisogna far conoscere i vantaggi potenziali e creare piattaforme che mettano in contatto i potenziali clienti tra loro e con gli operatori. Ad esempio, già adesso esistono consorzi che acquisterebbero energia verde, ma sono ostacolati dalla lontananza dagli impianti. In linea generale il consumatore ideale deve essere disponibile a ragionare su quella che è una sorta di assicurazione sul costo dell'energia e deve avere in programma di consumare una quota rilevante dell'energia prodotta per un periodo ragionevolmente lungo, sui 10 anni. Almeno in questa fase, in cui il mercato degli accumuli non è ancora maturo, occorre cercare attività, commerciali o industriali, con profili di consumo il più aderenti possibile alla produzione del FV. Alla difficoltà nel trovare i consumatori ideali poi si deve aggiungere quella nell'accesso al credito, viste le circostanze economiche attuali cui si somma il fatto che le banche ancora non hanno familiarità con questi nuovi modelli di investimento.
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